Controllare i dipendenti con le telecamere

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La Cassazione ha trattato un caso che il Tribunale di Ancona riconduceva ad un episodio di furto mentre la Corte d’Appello di Ancona, riformando parzialmente la sentenza del giudice di primo grado, lo riqualificava in appropriazione indebita aggravata riducendone la pena. L’imputata, cassiera di un supermercato, ha presentato ricorso per Cassazione per mezzo del proprio difensore di fiducia sollevando un unico motivo di gravame con il quale deduceva l’inosservanza di norme processuali, eccependo l’inutilizzabilità delle video riprese effettuate dal suo datore di lavoro per violazione degli artt. 4 e 38 dello Statuto dei diritti dei lavoratori. Nel caso in esame, la Corte, rispondendo al quesito, ha ribadito la pacifica utilizzabilità nel processo penale delle videoriprese effettuate con delle telecamere nascoste da installate dal proprietario del supermercato per accertare comportamenti potenzialmente delittuosi e, in particolare, ha affermato che le stesse sono utilizzabili “ancorché imputato sia il lavoratore subordinato, i risultati delle videoriprese effettuate con telecamere installate all’interno dei luoghi di lavoro ad opera del datore di lavoro per esercitare un controllo a beneficio dei patrimonio aziendale messo a rischio da possibili comportamenti infedeli dei lavoratori, perché le norme dello Statuto dei lavoratori poste a presidio della loro riservatezza non fanno divieto dei cosiddetti controlli difensivi del patrimonio aziendale e non giustificano pertanto l’esistenza di un divieto probatorio“

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